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La pittura del Veronese in Puglia. L'influenza di Venezia sull'arte pugliese

TPur non essendo a conoscenza di viaggi del Veronese in Puglia sappiamo che esso era comunque conosciuto ed apprezzato negli ambienti artistici, vescovili e nelle corti signorili, mentre di una maggiore fama godeva il Tintoretto. Possedere un dipinto di questi due artisti significava, oltre ad avere tanto denaro, anche buongusto, animo sensibile e rivolto ad una ricerca continua del “bello”. L'influenza e la dipendenza politica, commerciale e militare veneziana in Puglia, lo sappiamo, all'epoca era fortissima e si esplicitava in diverse forme, tra le quali anche l'architettura.
Solo poche famiglie, nobili o di ricchi mercanti, oltre alla Serenissima o alle personalità ecclesiastiche, potevano permettersi di commissionare delle opere del Veronese. Pina Belli D’Elia descrive come "per un committente barese [...] Paolo Veronese era soprattutto una firma, un nome cui affidare la fama delle proprie ricchezze; e quindi un pittore non solo sicuramente affermato, ma ormai famoso fuori della patria" .
Tra l’altro, quando si parla di Veronese, si intende anche la sua “bottega” e non soltanto il “titolare” Paolo Caliari. Appunto per questo l'attività della sua “fabbrica artistica” potremmo allungarla di oltre un decennio dopo la sua morte, grazie al fratello Benedetto e dei figli Carlo e Gabriele... Clicca qui per leggere l'articolo completo..
TASSEO DA SESSA, GREGORIO IX, FEDERICO II E.. SAN FRANCESCO

Taddeo da Sessa era nativo di.. Sessa Aurunca, attualmente in provincia di Caserta. Si conosce poco o nulla di lui dal punto di vista biografico. Le uniche notizie che si hanno sono riferibili alla sua attività professionale all’interno della corte federiciana. In ogni caso, sempre per logica deduzione, pare che la sua nascita possa approssimarsi nell’ultimo decennio del XII secolo. Sessa Aurunca era una cittadina che nel periodo di nostra trattazione, era stretta tra il dominio federiciano e l’interesse papale, insieme a tutta la piana cassinese (all’epoca chiamata di San Germano). Questo continuo oscillare tra un dominio e l’altro ne hanno fortemente condizionato la sua storia ed anche tra la gente serpeggiava, come ovvio che fosse, l’inclinazione all’essere “filo-papale” oppure “filo-imperiale”. Fu in occasione di un incontro tenutosi nel 1228 presso San Germano che Taddeo, all’epoca funzionario addetto alla Giustizia in Terra di Lavoro, fece la sua conoscenza diretta con Federico II di Svevia. Da quel momento nacque una collaborazione stabile e fruttuosa che portò Taddeo ad essere uno dei più fedeli e affidabili funzionari di corte.. Clicca qui per leggere l'articolo completo..
L’UOMO CHE CHIAMAVA LA MORTE “SORELLA”: ASSISI 4 OTTOBRE 1226

Nella notte tra sabato 3 e domenica 4 ottobre 1226 lasciò la vita terrena Francesco D’Assisi. Chiamò persino la sua morte come “sorella” e questo la dice lunga sullo spessore dell’Assisiate. I suoi frati, precedentemente allarmati dalle sue condizioni di salute, accorsero da tutta Europa per assistere e pregare in quelle ultime ore di vita del loro fondatore affollando la Porziuncola.
Subito dopo la morte il mondo ecclesiastico fece di tutto per rendere il Santo un simbolo della rinascita della Chiesa e grazie all’opera dei suoi instancabili frati si riuscì a condurre l’ordine in ogni parte d’Europa e persino in Terrasanta.
A distanza di quasi ottocento anni San Francesco continua a far parlare di sé, come se non si fosse scritto già tutto su di lui, e non ultimo sarà l’evento organizzato dalla Società Internazionale di Studi Francescani, che si terrà in Assisi dal 15 al 17 ottobre. Il convegno ha come titolo “Frater Franciscus, storia e attualità”, durante il quale parteciperanno i più grandi studiosi e ricercatori, non solo del Santo di Assisi ma anche del medioevo in generale. Clicca qui per leggere l'articolo completo..
TOMMASO DA CELANO E LA PRODUZIONE AGIOGRAFICA FRANCESCANA

Chi era davvero Francesco di Pietro di Bernardone? Hanno scritto di lui Jacopo da Varazze, Bonaventura da Bagnoregio, Salimbene da Parma e soprattutto Tommaso da Celano. Quest’ultimo è stato l’agiografo più strettamente a contatto con il poverello di Assisi, almeno sotto il profilo temporale, tanto da porre la sua vita “Sancti Francisci” coeva e probabilmente la più genuina e affascinante per tutta una serie di motivazioni che ora cercheremo di scoprire.
 
Tommaso nacque a Celano in Abruzzo nell’ultimo ventennio del XII secolo (comunque prima del 1190). Lasciò presto la sua città d’origine per procedere con la sua formazione culturale e spirituale che comprendeva anche la sua entrata nell’Ordine dei frati minori nel 1215. Questa data è stata confermata dallo stesso Tommaso rivelandola nella prima delle sue opere, la Vita beati Francisci, perché è in questa data che fece il suo ingresso nell’ordine insieme a  «litterati viri et quidam nobiles» che divennero “seguaci” di Francesco d’Assisi.
Nella stesura della sua “Vita”, divisa in tre parti Tommaso riuscì a rimanere autonomo nella stesura della sua opera, non censurando o limando al massimo alcune asperità ritenute scomode per la Curia, non risparmiando, tra le righe, critiche per alcune distorsioni sorte in seno all’Ordine dei Minori, non proprio allineate sulla volontà iniziale del Santo di Assisi. Clicca qui per leggere l'articolo completo..
CONVERSANO, LA BADESSA MITRATA E IL “TERZO POTERE”

Nel suo ultimo saggio ("Notre Dame. Il cuore di luce dell'Europa" - Solferino Editore) il Prof. Franco Cardini ha identificato nelle cattedrali il luogo simbolo della storia europea. Non un castello, non un edificio ecclesiastico qualsiasi, non un altro monumento, anche molto importante e simbolico, come un teatro, un’arena. Una cattedrale. Questo perché in essa, nell’alto medioevo e fino al tardo XIV secolo, si sviluppava non solo la vita cristiana ma anche buona parte dell’amministrazione pubblica impersonata nella figura del Vescovo. Questi era rivestito di poteri sia spirituali che temporali sul territorio. Tutto passava attraverso il suo assenso e la cattedrale era il suo “castello”, il suo palazzo amministrativo e soprattutto il luogo dove tutta la comunità si riconosceva, creando il proprio senso di “appartenenza”.
C’erano città in cui il ruolo invadente del vescovo entrava in conflitto con quello del signore locale (feudatario). E poi c’era una città in Puglia dove al potere del Vescovo e del Signore si accompagnava anche quello di una terza figura, e per giunta anche di sesso femminile: la Badessa. Quella città era Conversano. Clicca qui per leggere l'articolo completo..
LE LEGGENDE DI SAN BARBATO, BENEVENTO E I LONGOBARDI

Che Barbato fosse di origini sannite vi sono pochi dubbi, così come non vi sono dubbi sulla sua presenza a Benevento nel momento della minaccia di assedio da parte dalle truppe bizantine di Costante II per riprendersi le regioni perse precedentemente. La città all'epoca era amministrata dal duca Romualdo che, temendo una disfatta contro il più organizzato Costante, chiese aiuto a suo padre Grimoaldo che non lasciò il figlio in balìa dei bizantini e organizzò una spedizione a supporto dei beneventani partendo da Pavia.
E’ proprio in questa fase, intrisa di eventi fantastici, leggende e ovviamente anche di storia, che la figura di San Barbato emerge con forza. Le ricostruzioni popolari e le trascrizioni agiografiche documentate sono talmente intrecciate tra loro da rendere complessa quella che dovrebbe essere la verità storica su questa figura.. Clicca qui per leggere l'articolo completo..
APPUNTI DI VIAGGIO DEL MARCHESE CEVA GRIMALDI DA NAPOLI A LECCE

Il marchese Giuseppe Ceva Grimaldi è stato un personaggio politico di primo piano a cavallo tra il XVIII e XIX secolo. La sua inclinazione per le più disparate discipline e molteplici interessi culturali lo portarono  a compiere un viaggio, nel 1818, dalla capitale del Regno, Napoli, fino alla Provincia di Terra d’Otranto, a Lecce, percorrendo quella che poteva essere la via Appia-Traiana e attualmente individuabile con gli assi stradali della A16 (Napoli-Bari) e poi percorrendo la penisola Salentina costeggiando l’Adriatico e poi lo Ionio. Il suo impegno venne raccolto in un testo, "Itinerario da Napoli a Lecce", che venne pubblicato nel 1821. Clicca qui per leggere l'articolo completo..


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StoriaMeridiana, progetto nato il 10 luglio 2012, ha inizialmente sviluppato un percorso autonomo, fatto di ricerca, di studi e di piccole pubblicazioni. Nel 2013 il gruppo è stato l'artefice principale della nascita e crescita del progetto "ManifestoCultura", che aveva un respiro più ampio e soprattutto di ambito nazionale. Il 27 dicembre 2018 il giornalista e storico Leonardo Pisani ha chiesto al nostro gruppo, nella persona del nostro direttore Vito Telesca, di iniziare una collaborazione inizialmente con il Roma-Cronache Lucane e da giugno 2020 con il nuovo quotidiano "Cronache del Mezzogiorno". Una collaborazione che ha portato complessivamente alla pubblicazione di 60 articoli. In questa pagina troverete le pubblicazioni apparse sul quotidiano "Cronache del Mezzogiorno", giornale che tratta il territorio di nostro interesse (tutto il sud Italia), collaborazione interrotta nell'agosto 2020.
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